Una delle domande più frequenti tra i neogenitori è se i neonati possono bere acqua. Interrogativo lecito, specie se pensano al rischio che il piccino possa disidratarsi o non comprendere quando ha sete. In soccorso vengono le linee guida dell’Oms e i consigli mirati dei pediatri.
Che dicono? Fatte le dovute eccezioni, i neonati possono bere acqua dal sesto mese in poi e con lo svezzamento, sia se sono allattati al seno o che prendono il latte in polvere.
Ma perché i neonati non possono bere acqua prima? Dopo il sesto mese, quali sono le dosi e la frequenza? E quale acqua è consigliata per loro? Scopriamolo insieme.
Quando dare acqua ai neonati?
L’Organizzazione mondiale della sanità, a riguardo, è molto esplicita: i neonati possono bere acqua solo dopo l’introduzione dei cibi solidi. Il che significa che questo liquido prezioso, nelle dosi consigliate dal pediatra, va inserito quando si inizia lo svezzamento. Fase che di solito coincide con i 5-6 mesi, anche se molto dipende dalle esigenze del bambino.
Fino ad allora, il piccino è allattato al seno o viene nutrito con il latte artificiale che gli forniscono il quantitativo idrico di cui ha bisogno durante la giornata. Basti, infatti, pensare che il latte materno è costituito all’incirca dall’88% di acqua, mentre quello in formula ne contiene circa il 95%. Pertanto, le poppate gli garantiscono l’acqua che necessita per regolare le funzioni interne.
È, quindi, importante che il piccolo non beva tisane, camomilla e altri liquidi fino all’inizio dello svezzamento. I motivi? Un eccessivo quantitativo idrico potrebbe:
- Appesantire i reni ancora immaturi del bebè.
- Riempire lo stomaco del piccino che potrebbe non volere la poppata perché si sente sazio. Il che si riflette poi su orari sfalsati e, di conseguenza, su abitudini non sane.
Acqua al neonato: casi eccezionali
Compiuti i sei mesi o con lo svezzamento, quindi, il neonato può bere acqua. Ma ci sono delle eccezioni che ne potrebbero anticipare l’introduzione. Vediamone alcune:
- Diarrea
- Vomito
- Febbre
- Troppo caldo.
In questi casi, il bambino potrebbe perdere troppi liquidi, che vanno quindi reintegrati. Di solito, quando si verificano questi episodi, i pediatri consigliano di somministrare al neonato un cucchiaio di acqua oligominerale.
Aiuterà anche a fargli capire il gusto e la consistenza dell’acqua, che inizierà a bere nelle quantità e nelle dosi prescritte dallo specialista con il passaggio dal latte materno o in polvere ai cibi semisolidi e solidi. Una fase delicata che si compone di tante scoperte, piccole e importanti avventure tra la mamma e il suo piccino.
Queste, comunque, sono indicazioni di massima. Pertanto, è importante consultarsi con il proprio medico che saprà valutare le esigenze del bambino e dare i giusti suggerimenti per favorire il suo sano sviluppo psico-fisico.
Quanto deve bere un neonato?
Con lo svezzamento, il neonato dovrebbe assumere circa 800 ml di acqua al dì. La quantità, tuttavia, comprende anche l’acqua presente nel latte materno o in quello artificiale, nelle pappe con il brodo per lo svezzamento usato per preparare le prime creme, nella frutta.
Ma quali sono le quantità di acqua consigliate? Si inizia, di solito, con piccole dosi. In genere, dai 30 ai 50 ml, da proporre al bambino quando fa la pappa. La quantità di acqua da offrire al piccolo dipende, comunque, dall’età, dal peso e dall’alimentazione che sta seguendo. Quindi, come sempre è meglio confrontarsi con il proprio pediatra, che consiglierà le dosi e le frequenze man mano che il bambino cresce.
A riguardo, la Società italiana di nutrizione ha stabilito dei parametri di riferimento sull’assunzione dell’acqua in base alla fascia di età. Ecco quelli dai lattanti fino all’adolescenza:
- 6-12 mesi: 800 ml d’acqua
- 1-3 anni: 1200 ml
- 4-6 anni: 1600 ml
- 7-10 anni: 1800 ml.
Poi le quantità differiscono in base al sesso:
- 11-14 anni: 2100 ml per i maschi, 1900 ml per le femmine
- 15-17 anni: 2500 ml per i maschi, 2000 ml per le femmine.
Quale acqua dare ai neonati? Fontenoce l’alleata perfetta
La scelta dell’acqua è fondamentale. Si consiglia un’oligominerale dal basso residuo fisso (sotto i 500 ml) e con basse concentrazioni di minerali. I motivi? I sali minerali sono contenuti già nel latte materno e in quello in polvere che, dunque, garantiscono l’apporto idoneo di queste sostanze. Quindi, un eccesso potrebbe sovraccaricare i reni non ancora sviluppati dei neonati.
Di solito, viene consigliata l’acqua in bottiglia di vetro che, rispetto a quella in plastica, è più sicura.
Requisiti rispecchiati pienamente dall’oligominerale Fontenoce, acqua pura e leggera, con residuo fisso di 102 mg/l.
La linea pediatrica in vetro conserva inalterate tutte le eccezionali caratteristiche organolettiche di Fontenoce che sgorga nell’altopiano silano, a 1238 mt sul livello del mare. Tutta la sua purezza è contenuta nelle bottiglie: gocce indispensabili per sciogliere il latte in polvere, per offrire l’acqua ai neonati, così come per preparare le pappine dello svezzamento e idratare, in modo sano, il bambino.
Una compagna che sarà sempre al suo fianco, anno dopo anno, con la trasparenza e la bontà naturale di sempre.
La ricerca scientifica condotta su neonati a termine e pretermine presso il Policlinico di Messina testimonia che acqua Fontenoce è indicata per la preparazione degli alimenti dei lattanti e dei bambini, con l’approvazione del Ministero della Salute. DMS. n° 4123 del 16/12/2013.