In questo nuovo articolo della rubrica “La Pediatra consiglia”, ci concentreremo su un argomento cruciale e sensibile: il diabete in età pediatrica.

Insieme alla Dott.ssa Claudia Ventrici, esamineremo attentamente questa problematica sempre più diffusa nella società contemporanea. Approfondiremo come va diagnosticata e in che modo le scelte alimentari possano impattare positivamente sulla gestione del problema e sul benessere dei più piccoli.

Diabete infantile, cause e tipologie

Il diabete è una condizione caratterizzata dall’accumulo di zuccheri nel sangue che definisce lo stato di iperglicemia. All’origine vi è un susseguirsi di reazioni a catena che portano a una carenza di insulina, l’ormone pancreatico essenziale per mantenere in equilibrio la concentrazione di zuccheri nel sangue di ogni individuo.

Esistono diverse forme di diabete e le cause possono essere varie, talvolta non facilmente identificabili. Queste condizioni possono possono comparire anche in età pediatrica.

  • Diabete tipo I autoimmune;
  • Diabete tipo 2, spesso associato a sovrappeso e obesità;
  • Diabete correlato a condizioni sindromiche o genetiche;
  • Diabete iatrogeno.

Nel prossimo paragrafo vedremo nel dettaglio come si manifesta questa patologia nei bambini e quanto sia importante riconoscere per tempo i segnali di avvertimento, al fine di garantire una corretta gestione della condizione.

Come si manifesta il diabete nei bambini?

I bambini affetti da diabete, manifestano sintomi specifici che, se riconosciuti tempestivamente, possono aiutare a evitare complicanze gravi come insufficiente idratazione e chetoacidosi diabetica.

I primi campanelli d’allarme sono rappresentati dalla polidipsia ovvero un’inspiegabile sete che comporta l’insorgenza della poliuria ovvero aumento della quantità di urine e della frequenza delle minzioni. A questi sintomi si possono associare:

  1. polifagia , aumento della fame, con paradossale dimagrimento nonostante la fame eccessiva;
  2. dolori addominali;
  3. vomito;
  4. alito acetonemico;
  5. disidratazione;
  6. stato confusionale e, nei casi più gravi, coma chetoacidosico.

L’evoluzione dei sintomi del diabete nei bambini può essere molto rapida e ingravescente, pertanto è di vitale importanza un un tempestivo riconoscimento.

Diabete pediatrico e sintomi, cosa fare in caso di comparsa?

Come già detto, è importante riconoscere prontamente i sintomi del diabete pediatrico per intervenire precocemente ed evitarne l’evoluzione, con compromissione delle condizioni generali del bambino.

Nei casi dubbi è fondamentale consultare un medico, il quale consiglierà probabilmente di eseguire il dosaggio della glicemia o, più semplicemente, uno stick delle urine, per verificare la presenza di zucchero (glicosuria). Saranno anche condotte ulteriori analisi ematologiche atte a formulare una pronta e corretta diagnosi.

I criteri per la diagnosi di diabete mellito sono i seguenti:

  • glicemia plasmatica a digiuno (almeno 8 ore) > 126 mg/dl (7.0 mmol/l);
  • glicemia plasmatica a 2 ore > 200 mg/dl (11.1 mmol/l), dopo un carico orale di 1,75 g/Kg glucosio anidro sciolto in acqua, durante un test di tolleranza al glucosio (OGTT);
  • glicemia plasmatica > 200 mg/dl in qualsiasi momento della giornata, a prescindere dal tempo trascorso dall’ultimo pasto, e in presenza di sintomi classici di diabete;
  • emoglobina glicata (HbA1c) > 6,5% (47 mmol/moli), purché il test sia eseguito in laboratorio utilizzando un metodo certificato NGSP e standardizzato sul DCCT.

Per classificare la forma di diabete, è fondamentale eseguire test specifici per rilevare marcatori di autoimmunità come gli anticorpi anti-cellule delle isole di Langerhans (ICA), gli anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GAD), gli anticorpi anti-tirosin fosfatasi (IA2), gli anticorpi anti-insulina (IAA) e gli anticorpi anti-trasportatore dello zinco 8 (ZnT8). La positività di uno o più autoanticorpi pone la diagnosi di diabete autoimmune tipo 1.

Da un recente studio condotto in una coorte di 3781 pazienti con diabete mellito all’esordio in 15 Centri italiani, il 92,4% presenta diabete tipo 1, il 6,3% diabete monogenico e l’1% diabete di tipo 2. [1]

Come si cura il diabete pediatrico

La terapia per il diabete varia in base alla diagnosi differenziale che pone le basi per un approccio multidisciplinare, che vedrà coinvolte diverse figure specialistiche come il pediatra di famiglia, l’endocrinologo pediatra, il nutrizionista, lo psicologo. Tutte figure importanti per garantire un futuro sereno e privo di complicanze al piccolo paziente.

Una corretta alimentazione, affiancata da un’adeguata idratazione, prediligendo un’oligominerale leggera come Fontenoce, in alcuni casi associata a ipoglicemizzanti orali o alla somministrazione di insulina, sono le basi per una corretta gestione del diabete.

Ma, non dimentichiamo mai di sottolineare l’importanza dell’attività fisica che comporta un notevole miglioramento glicemico e psicofisico.

Con un adeguato controllo della glicemia e del metabolismo, un bambino affetto da diabete può partecipare regolarmente alle sue attività quotidiane e pianificare un futuro sereno, simile a quello dei suoi coetanei.

La ricerca scientifica condotta su neonati a termine e pretermine presso il Policlinico di Messina testimonia che acqua Fontenoce è indicata per la preparazione degli alimenti dei lattanti e dei bambini, con l’approvazione del Ministero della Salute. DMS. n° 4123 del 16/12/2013.

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Fonti

1. Del Vecchio M. et al – Monogenic Diabetes Accounts for 6.3% of Cases Referred to 15 Italian Pediatric Diabetes Centers During 2007 to 2012 – The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 2017