Sei di fronte al comparto acqua e non sai quale scegliere? Capita a tutti: l’importante è saper leggere l’etichetta. Le acque in commercio sono tante e si differenziano le une dall’altre anche per il diverso contenuto di minerali. Tra questi il calcio, importante per la salute del nostro corpo. Tuttavia, le acque con alta concentrazione di calcio per litro non sono adatte a tutti.
Quando è consigliato, dunque, bere acqua povera di calcio? E quali sono i benefici, specie per i lattanti? Scopriamolo in questo articolo di acqua Fontenoce.
Cosa sono le acque povere di calcio
Per acqua povera di calcio s’intende quella con soglia sotto i 150 milligrammi per litro. Lo sai per esperienza: in commercio esistono tante acque. Nessuna è uguale alle altre. La differenza la fanno diversi fattori, come il residuo fisso, ossia la quantità di sali minerali disciolti nell’acqua.
Immaginiamo di portare prima l’acqua in ebollizione a 100°C e poi di procedere all’essiccazione, con una temperatura di 180°. Quel che resta dall’evaporazione è proprio il residuo fisso.
In base al residuo fisso si distinguono acque:
- ricche di minerali (dai 1500 mg/l a salire)
- medio minerali (501-1500 mg/l)
- oligominerali (50-500 mg/l)
- minimamente mineralizzate (dai 50 mg/l in giù).
Altra differenza la fa la presenza di calcio, minerale importante per il nostro organismo. Sai, ci sono delle acque con contenuto di calcio inferiore a 5 mg per litro. Mentre altre ne hanno anche circa 600 mg per litro. Ecco perché è importante saper leggere l’etichetta riportata sul retro delle bottiglie per scegliere l’acqua più adatta alle tue esigenze.
Acqua leggera per prevenire calcoli renali
Bere almeno due litri di acqua al giorno aiuta a prevenire i calcoli renali. Così com’è importante seguire una dieta sana, povera di sodio, e con un giusto apporto di calcio.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato, infatti, come la quantità di calcio nell’acqua non sia strettamente connessa all’incorrere di patologie come i calcoli renali. Per prevenire questa fastidiosa patologia di cui soffrono molte persone (pensa che ha un’incidenza mondiale che varia tra il 4 e l’9%) è fondamentale bere molta acqua, specie quella leggera. Il motivo? Le acque leggere stimolano la diuresi, senza affaticare i reni; tanto da essere indicate anche nella preparazione di cibi e alimenti per neonati e lattanti.
Spesso, però, capita che i ritmi frenetici ci facciano dimenticare persino di bere acqua. Sottovalutando le ripercussioni che la scarsa idratazione può avere sul nostro corpo, come ad esempio il mal di testa da disidratazione o i problemi alla vista (sempre che non ci siano delle diagnosi precise).
Acqua povera di calcio per neonati: benefici
Per i neonati i pediatri spesso consigliano acque povere di calcio. In questo modo, infatti:
- non si aggiungono altri minerali che il bebè assume già con il latte materno o latte in polvere
- tutelare i reni del piccino che non sono ancora formati.
Riguardo quest’ultimo aspetto, infatti, è bene sottolineare che la funzione renale nei neonati non è ancora sviluppata. La maturità sarà raggiunta soltanto verso i 4-5 anni. Pertanto, dare al neonato e ai bimbi piccoli acque ricche di calcio e sodio potrebbe creare un sovraccarico nel metabolismo.
Inoltre, per i neonati è preferibile un’acqua con basso contenuto di calcio per non creare delle possibili interferenze negative di questo ione su alcuni processi enzimatici nel digerire il latte materno.
Altro aspetto importante per l’acqua consigliata per l’alimentazione del neonato è il residuo fisso. I pediatri in genere consigliano le oligominerali, con un residuo fisso a 180° compreso tra 50 e 500 mg/l. Come l’oligominerale Fontenoce, acqua batteriologicamente pura, ovvero priva di batteri di qualsiasi tipo. Ha, inoltre, un bassissimo contenuto di Nitrati (appena 1,6 mg/l).
Grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche uniche e alla ricerca scientifica condotta su neonati a termine e pretermine presso il Policlinico di Messina, acqua Fontenoce è indicata per la preparazione degli alimenti dei lattanti e dei bambini, con l’approvazione del Ministero della Salute. DMS. n° 4123 del 16/12/2013.