Alimentazione del neonato, dall’allattamento alla scelta dell’acqua per latte in polvere. I consigli della Pediatra Claudia Ventrici.

L’alimentazione del neonato è un tema di fondamentale importanza per il suo sano sviluppo e benessere. In questo primo articolo della rubrica “La Pediatra consiglia”, esploreremo le preziose raccomandazioni fornite da un medico pediatrico esperto, la Dottoressa Claudia Ventrici, per garantire una corretta alimentazione durante i primi mesi di vita del bambino.

Dall’allattamento al seno all’utilizzo di formule lattee, scopriremo le migliori pratiche consigliate per promuovere una crescita sana e un legame speciale tra il neonato e la sua mamma.

Seguendo i consigli della pediatra, potrai fornire al tuo bambino le basi per una nutrizione adeguata, contribuendo così al suo futuro sviluppo e alla sua salute a lungo termine.

La nascita di un bimbo e della sua mamma

L’allattamento esclusivo materno è il modo più naturale per nutrire il proprio bambino fin dalle prime ore di vita. Questa pratica può essere protratta per i primi sei mesi di vita o, associata ad una sana alimentazione, fino ai due anni di età oppure fino a che mamma e figlio lo desiderino, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Pertanto, l’alimentazione del bambino fino al sesto mese consiste esclusivamente nel consumo di latte materno. In caso in cui questo non fosse disponibile, si può ricorrere all’utilizzo di latte artificiale. In rari casi, può essere sconsigliato l’allattamento esclusivo o permesso uno svezzamento precoce, sempre a discrezione delle indicazioni mediche fornite dal pediatra di fiducia.

L’ infinita varietà di cibi oggi in commercio è una indubbia risorsa, ma al contempo, fonte di possibili disturbi alimentari; per questo è diventato essenziale fare attenzione a cosa mangiano i nostri figli e, soprattutto, fornire loro un’attenta educazione alimentare fin dai primissimi anni di vita.

Il cibo infatti contribuisce a “modulare” i nostri geni e questa azione è ancora più importante nei primi “1000 giorni”, nel periodo che va dal concepimento ai primi due anni di vita. L’attenzione al cibo dunque dovrebbe partire sin dalla gravidanza. [1]

L’allattamento al seno, il momento ideale per conoscersi

Durante la vita fetale, si è constatato che l’attivazione precoce del sistema sensoriale consente al piccolo di assaporare gli alimenti che la madre assume nella sua dieta.

Di conseguenza, una corretta alimentazione e idratazione durante la gravidanza influiscono anche sulla composizione del liquido amniotico, che fornisce al feto stimoli gustativi e olfattivi. È così che si instaura un primo incontro indimenticabile tra la mamma e il suo bambino.

Alla nascita, infatti, anche attraverso l’olfatto, si avvia un processo di imprinting in cui il neonato riconosce gli odori che lo hanno accompagnato durante la vita embrionale e fetale.

Fin dai primi istanti, la madre e il suo piccolo devono conoscersi e stabilire un legame stretto di crescita condivisa, consolidando così una relazione che ha avuto inizio nell’utero e che durerà per tutta la vita.

Per favorire questo processo, è importante promuovere il contatto diretto tra di loro, che avviene immediatamente dopo la nascita, mettendo il neonato a contatto con la madre.

Questo momento dovrebbe durare il più a lungo possibile, idealmente per almeno un paio d’ore o fino al completamento della prima poppata, ritardando tutte le pratiche neonatali non essenziali (come il bagnetto, la determinazione del peso o procedure mediche non urgenti). [2,3,4]

L’allattamento al seno è un processo che non segue un orologio, non può essere programmato e non ha scadenze fisse. Dipende esclusivamente dalla richiesta del lattante, che può attaccarsi in qualsiasi momento attraverso un meccanismo di auto-regolazione, sia per fame che per comfort.

Le poppate frequenti sono fondamentali per mantenere una buona produzione di latte, grazie allo stimolo della suzione stimola la produzione. Nei primi giorni, è consigliabile che vi siano almeno otto poppate efficaci al giorno per garantire un corretto apporto nutrizionale.

Gli stadi della Lattazione

Il latte materno è facilmente digeribile e ben tollerato a livello intestinale. Inoltre, contiene tutto ciò di cui il bambino ha bisogno nella giusta proporzione, ovvero:

  • calcio;
  • proteine;
  • zucchero;

Contiene inoltre gli anticorpi, che proteggono il neonato da raffreddore, tosse, infezioni polmonari e gastrointestinali, ecc..

Si può dire che il latte materno è l’alimento più completo per lo sviluppo del neonato, adattandosi alle sue esigenze nutritive in ogni fase della crescita. La sua composizione, infatti, varia nel corso della giornata e delle settimane, fornendo al bambino tutto ciò di cui ha bisogno.

Il latte umano, infatti, può essere classificato nelle sue fasi produttive in

  1. colostro;
  2. latte di transizione;
  3. latte maturo.

Il colostro, il primo latte prodotto, contiene un’elevata concentrazione di composti bioattivi, come immunoglobuline (IgA), lattoferrina e leucociti. [5]

Il latte di transizione, sostituirà gradualmente il colostro, con il quale condivide alcune caratteristiche per sostenere la crescita e lo sviluppo dei bambini. Il latte maturo, a partire dalla seconda settimana dopo il parto, continua a cambiare e adattarsi alle esigenze nutrizionali in evoluzione del bambino. [6]

Lo sviluppo dei diversi stadi del latte materno rappresenta un processo naturale che garantisce al neonato una nutrizione ottimale e una protezione immunitaria vitale per il suo benessere e la sua crescita.

Ricostituzione del latte in polvere

È stato dimostrato che l’alimentazione durante i primi 1000 giorni di vita svolge un ruolo fondamentale nella salute e nello sviluppo di un bambino. [7]

Sebbene, come abbiamo già riportato, l’OMS raccomandi l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita, in alcune circostanze è possibile ricorrere all’utilizzo di formule lattee o al latte donato, appositamente custodito nelle banche del latte. [8,9]

La ricostituzione del latte in polvere è il processo di preparazione del latte a partire dalla sua forma disidratata. Questa pratica è comunemente utilizzata quando il latte materno non è disponibile o non è pratico da utilizzare.

Gli episodi recenti di contaminazione da Salmonella negli alimenti a lunga conservazione e a basso contenuto di acqua hanno evidenziato l’importanza di seguire norme igieniche rigorose per una corretta ricostituzione del latte in polvere.

Una valida prassi, nella preparazione del latte artificiale in polvere, prevede semplici passaggi effettuati nel pieno rispetto delle norme igieniche:

  1. Iniziare dopo aver lavato accuratamente le mani con acqua e sapone e disinfettando le superfici di lavoro;
  2. Portare a ebollizione l’acqua e versarla nel biberon, sterilizzato, contenente la giusta quantità di latte in polvere come da istruzioni riportate sulla confezione;
  3. Utilizzare uno specifico termometro a sonda per verificare il raggiungimento della temperatura adeguata (+70°C );
  4. Dopo aver chiuso il biberon, agitarlo delicatamente per qualche secondo per miscelare bene la polvere.

L’ultimo passaggio prevede di controllare che la temperatura non sia eccessiva, facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano, prima di somministrare il pasto al bambino.

Il latte, così ricostituito, andrà consumato entro due ore dalla preparazione. Eventuali rimanenze andranno eliminate e non potranno essere offerte nuovamente al piccolo.

La scelta dell’acqua per il latte in polvere

L’acqua rappresenta il principale elemento dell’organismo umano, costituendo circa il 75% del peso corporeo di un neonato a termine. Il primo anno di vita è caratterizzato da un elevato apporto di liquidi, pari a circa 120-150 ml/Kg di peso corporeo al giorno. [10]

Il fabbisogno idrico del neonato è essenzialmente soddisfatto dall’assunzione del latte materno o artificiale. In questo caso, individuare l’acqua più adeguata per la ricostituzione, rappresenta un momento delicato in cui i genitori si ritrovano ad effettuare una scelta informata che dovrebbe essere condivisa e supportata dal proprio pediatra di famiglia.

L’acqua del rubinetto potrebbe avere un sapore clorato ed essere pesante da digerire.

Al contrario, l’acqua oligominerale Fontenoce specifica per neonati è sicura e non richiede bollitura poiché è soggetta a rigorosi controlli di idoneità e autorizzazioni ministeriali per l’uso alimentare nei lattanti.

L’acqua consigliata per il latte in polvere dei neonati deve essere biologicamente pura e avere specifiche proprietà organolettiche che consentano di apportare tutti i nutrienti contenuti in essa nella giusta dose, senza andare ad aumentare il carico dei nutrienti già presenti nel latte artificiale.

Dunque è evidente che l’impiego dell’acqua pura e leggera Fontenoce, nell’alimentazione infantile, comporta vantaggi igienico-sanitari che l’acqua potabile del rubinetto non può offrire.

La ricerca scientifica condotta su neonati a termine e pretermine presso il Policlinico di Messina testimonia che acqua Fontenoce è indicata per la preparazione degli alimenti dei lattanti e dei bambini, con l’approvazione del Ministero della Salute. DMS. n° 4123 del 16/12/2013.

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Fonti di riferimento:

  1. Epigenetic mechanisms elicited by nutrition in early life – Canani, Costanzo, Bedogni, Brambilla, Cianfarani, Nobili, Pietrobelli, Agostoni – Nutr Res Rev 2011;
  2. Early skin-to-skin contact for mothers and their healthy newborn infants – Anderson G.C., Moore E., Hepworth J., Bergman N. – Cochrane Database Syst Rev 2003;
  3. Care in normal birth: a practical guide” – World Health Organization (WHO), Geneva, 1996;
  4. Effect of early skin-to-skin contact after delivery on duration of breastfeeding: a prospective cohort study” – Mikiel-Kostyra K., Mazur J., Boltruszko I. – Acta Paediatr 2002;
  5. Premature delivery influences the immunological composition of colostrum and transitional and mature human milk – Castellote C., Casillas R., Ramirez-Santana C., et al. – J Nutr 2011;
  6. Human Milk Composition: Nutrients and Bioactive Factors – Ballard O., Morrow A.L. – Pediatr Clin North Am 2013;
  7. Advocacy for improving nutrition in the first 1000 days to support childhood development and adult health– Schwarzenberg S.J., Georgieff M.K., Committee on Nutrition – Pediatrics 2018;
  8. Breastfeeding and the use of human milk” – Section on Breastfeeding: Johnston M., Landers S., Noble L., Szucs K., Viehmann L. – Pediatrics 2012;
  9. Breast-feeding: a commentary by the ESPGHAN Committee on Nutrition – Nutrition CO: Agostoni C., Braegger C., et al. – J Pediatr Gastroenterol Nutr 2009;
  10. Fluid intake, renal solute load, and water balance in infancy– Ziegler E.E., S J Fomon S.J. – J Pediatr. 1971.